lunedì 23 gennaio 2012

Il Viaggio

Il viaggio. Quello che tanto più ti avvicina all'anima tanto più ti porta lontano. Quella serie di immagini che scorrono riflesse negli occhi e che scivolano nelle profondità del cuore. Quelle persone che segneranno per sempre la tua vita. Quegli episodi che ti sbattono di fronte alla vita permettendoti di vederne finalmente la strada.
Penso che lo stessi aspettando da sempre. Penso che, nel profondo, ognuno desidera il suo arrivo.
Un viaggio iniziato come tutti gli altri. Che, silenziosamente, comincia. Con uno dei gesti più banali che compiamo nelle nostre vite: un passo. Solo che in quel momento non lo sappiamo, non ce lo aspettiamo; perchè crediamo di sapere che quel treno ci porterà in un luogo e siamo ingenuamente convinti che ida quel luogo torneremo. Come da programma. In un certo giorno ed ad una certa ora.
E così porti avanti il piede e fai quei passi lungo la banchina, sali quei pochi gradini e ti siedi accanto al finestrino. Poi il treno parte lentamente. Scivola sulle rotaie e, senza che quasi te ne accorga, un pezzo di quello che sei sempre stato, l’insicurezza, la rabbia, la confusione, i dubbi, le domande, la frustrazione, l’insoddisfazione; improvisamente si blocca. E si stacca. Diventa passato. Rimane lì sulle rotaie. Mentre tu vai avanti.
Così.
Neanche te ne accorgi. Come non te ne sei accorto sulla banchina mentre conrollavi l’orario e il numero del treno.
Ma. Col senno di poi, qualcosa di diverso c’era. Un dettaglio. Ma. Fondamentale. Quello che ha permesso alla tua vita di slacciarsi, di lanciarsi, libera come una rondine che si libra rapida e disordinata nel cielo.
Non c’è un biglietto di ritorno. Nessun rettangolo stampato che costringa la tua vita a tornare su quei binari a riprendersi quello di cui si é liberata.

E laggiù, i motivi che ti hanno portato a quella che credevi essere la tua meta, stranamente non ti appagano. Certo, è un corso. Impari molte cose. Ridi. Conosci i tuoi compagni. Mangi con loro.

E intanto la vita è lì, impaziente.


Arriva il momento di partire. Ci si scambiano contatti, indirizzi, numeri di telefono, biglietti da visita, appunti scritti di fretta, tra un bacio e un addio. Ed è lì. In quel momento, che capisci che c’è qualcosa di strano. Una sensazione sconosciuta. Incongrua. Non senti che è finita. Non c’è ancora quella sensazione di lieve malinconia. Ti organizzi per il ritorno. Ma. Gli altri entrano in macchina, vanno a salire su treni e aerei. Ma. Tu no. Tu resti.
Hai controllato orari, organizzato passaggi, pianificato cambi e mezzi. Invece resti.
La tua vita si alza felice e carica. Perchè è arrivato il suo turno. Perchè il viaggio, quello vero, in quel momento; inizia.
All’inizio non capisci; ti sembra di esserti perso.
Invece sei esattamente dove dovresti essere.
La tua vita è lì e non ha più voglia di aspettare.
Ti prende e ti mette in mano uno specchio. Uno pulito.
Senza quella parte che ormai non c’è più.
Attraverso una persona cui mai avresti pensato di somigliare, vedi la scintilla che è in te. Perchè finalmente i tuoi valori trovano un luogo dove correre liberi e fare amicizia con valori simili. Ma le insicurezze no. Loro non ce la fanno. Ci hanno provato, certo, a ricostruire quello che hanno perso sui quei binari ormai così lontani. Ma no. La vita ha spezzato le catene e corre troppo veloce per poter essere chiusa di nuovo.
Le capacità si sprigionano, travolgono, smontano tutto, ricostruiscono. E tu, lì, onestamente non puoi più sentirti debole.
Trovi un amica, trovi un altro maestro; trovi un mare dal colore diverso, animato da onde gonfie e fiere. Ma. Ormai non ci sono più filtri, la tua vita è lì su quelle onde e tu sei con lei.
Ed è gioia pura. Ormai hai visto quel mare e hai capito che quella stessa forza è in te. Capace di dondolare quieta o di alzarsi e abbattersi sugli scogli più alti.

E.

E ti commuovi. E piangi. E vedi. E capisci. Ogni cosa.
E. E allora arriva. Solo allora arriva il momento in cui andare avanti. Di prendere un treno che possa portare il tuo corpo, la tua vita, la tua forza e il tuo specchio. Portare tutto sulla strada giusta. Tornare a casa.
Senza tornare indietro.
Sembra sciocco. Invece non lo è.

Non è facile, sembrerà far male. Lasciare quei luoghi dove, per la prima volta, la tua anima si è liberata e ha corso sulle pianure, oltre le colline e al di la’ del mare. Piangerai vedendo chi ti saluta con la mano oltre il finestrino. Piangerai ogni volta che rivedrai quella mano nella tua memoria. Ma non farà male.
Te lo prometto.
Non ci sarà posto per la nostalgia, perchè il cuore sarà già gonfio e stracolmo di gioia e gratitudine da non lasciar spazio ad altro.
Non potresti restare. Ora che sei libero non puoi fermarti di nuovo. Ogni immagine, ogni volto, ogni parola, ogni suono. Non sono persi. Potrai ritrovarli. Potrai ritornare. Basterà scegliere la strada che va avanti.
E ora. È ora. Ora sai come fare.

1 commento:

luby ha detto...

Questo post lo sento mio.
Esprime quello che sento